De la virtù
Title
De la virtù
Description
Parchment; miscellaneous; ff. [I], 4 [2-4 blank], 1-81, [5 blank]; mm. 145_220; written by the same hand. Layout's measures variable: 1. mm. 82_150, 27 lines; 2. mm. 80_145, 26 lines; 3. mm. 82_155, 28 lines. Title on spine: 'tratt
del
anima'. Red rubrics; illuminated initials at ff. 1r, 53r, 54r; coat of arms on f. 1r with motto 'imponit finem sapiens et rebus honestis'.
Creator
Date
1464
Contributor
Type
Prose
Identifier
Is Referenced By
Iter: III, 310b; Mazzatinti: I, 165.
Audience
Shelfmark
Manuscript ID
33
Foliation
ff. 53r-81v
Seen
Yes
Internal description
<53r> Epistola di frate lazaro gallineta humile maistro in theologia: ad il spectabile e nobile citadino venetiano mis. Bernardo Iustiniano de Misier Nicolo comincia. <inc> Questi giorni miser bernardo carissimo essendo alquanto libero e sciolto da quei pensieri: che sogliono al tuto occupare altrui come inimico de l'ocio volendo quello transferir in laudabile e virtuoso exercitio: trovandomi haver inanci una legiadra e nobile opereta d(e)l clarissimo philosofo Aristotile <53v> <expl> e non dubito essendo vui di lei singular amatore: e non meno de gli amici studioso agradireti la sua venuta: et anche apregiereti lanimo e la volunta mia: la quale come per lo passato tempo è stato cussi fina a lo extremo cenere a voi sera per intiera fede e vera amicicia coniunctissimo.
<54r> <text> Qui comincia la opera del clarissimo philosofo Aristotile peripatetico de la virtu. <inc> Degne di lode sonno le cose buone: e le cative sonno da biasemare: e tra le cose buone le virtu sonno le più excellente: e tra le cative li vitii: et ancora le cagione de le virtù: e quelle cose che da loro prociedeno: et insieme le lor operationi sonno laudavoli: e le cose a queste contrarie sonno colpevole. Ma perche secondo Platone lanima nostra ha tre parte: rationale irascibile e concupiscibile: de la parte rationale la sua virtu e prudentia; de la irascibile mansuetudine e forteza; de la concupiscibile modestia e temperantia. <58v> <expl> et a la virtu sa apartiene aidare li degni: e benemeriti: et amare li buoni: et con odio perseguitare li cativi: e non esser cupido a punire e vindicare: anci misericordioso placabile e benivolo. a questa virtù consegueno bontà directura, lo essere grato, buona speranza: et oltra questo esser de le dite parte amabile: et esser studioso de li amici e compagni e forestieri amatore de humanita et honesta: le qual tute cose sono <59r> anumerate tra le cose laudevoli: e li vitii sonno che a queste parte contrarii: e qualunque cosa se apartengano a vitii: e quelli conseguono sonno istimati vituperali [sic]. / Finis. M°ccccLxiiii londoniis.
<59v> <comm> Questa scritura sequente qui drieto è la expositione e dechiaratione de lopera precedente qui avanti di Aristotile chiamata de la virtu e ciascuno capitulo qui di soto notato secondo lordene de le letre de lalfabeto se riporta a le parte de la dita opera de Aristotiles cominciando a e seguitando ordinatamente le altre anotate littere. <inc> Ne la presente opereta questo excellente philosofo demostra col suo divino inzegno la imagine de la virtù: de la virtù [sic] de la quale più ampia e copiosamente ha tractato neli altri suo libri: et maximamente ne lethica sua. Ma qui quasi come in una picola summa brievemente prociede parlando grave e sententioso non come poeta over historico qualmente fecero questi do moderni cioe francesco petrarcha e Jovani bocacii: ma come vero filosofo morale ponendo quasi come una pratica a luomo virtuoso: scrivendo prima la virtu e poi il loro contrarii cioè vitii: poi lofficio e natura de le virtù e vitii già descriti: terzamente qual sono li effecti che consegueno le dite virtù e vitii buoni o cativi: per le qual descriptione ogni animo nobile e generoso po in se medesimo cognoscer qual possede: o de qual ha bisogno: e qual piu abonda in lui: cioe virtute o vitio e coregendo et emendando la vita facilmente sequendo le virtu: e schivan- <60r> do li vitii può pervenire a quella felicità la quale <62r> Aristotile pone per fine ad ogni libero e virtuoso homo. / Questo capitulo sequente se riporta dove è signato qui davanti questa letera b. <inc> Et ancora le cagione de la virtù. In queste parole Aristotile dimostra quanto la virtu sia da commendare et istimare: pero che non solo lei: ma anche la sua origine e cagione e tute cose da quelle procedeno sonno laudevoli. Unde lui descrive ne lethica sua la virtu: dicendo che virtu e uno habito cioe una facilita, prompteza et agevoleza, overo una buona qualità di mente che fa buono colui che la possiede. <81v> <expl> Dico che e secondo lo apresarsi o dilongarsi da uno medesimo termino, il bene arduo e possibile ad otenire e obiecto de la speranza chel seguita, et in quanto e impossibile ad otenire e la desperatione: che con tristitia il lassa: et abandona: testimonio Aristotile nel terzo libro de lethica.
<54r> <text> Qui comincia la opera del clarissimo philosofo Aristotile peripatetico de la virtu. <inc> Degne di lode sonno le cose buone: e le cative sonno da biasemare: e tra le cose buone le virtu sonno le più excellente: e tra le cative li vitii: et ancora le cagione de le virtù: e quelle cose che da loro prociedeno: et insieme le lor operationi sonno laudavoli: e le cose a queste contrarie sonno colpevole. Ma perche secondo Platone lanima nostra ha tre parte: rationale irascibile e concupiscibile: de la parte rationale la sua virtu e prudentia; de la irascibile mansuetudine e forteza; de la concupiscibile modestia e temperantia. <58v> <expl> et a la virtu sa apartiene aidare li degni: e benemeriti: et amare li buoni: et con odio perseguitare li cativi: e non esser cupido a punire e vindicare: anci misericordioso placabile e benivolo. a questa virtù consegueno bontà directura, lo essere grato, buona speranza: et oltra questo esser de le dite parte amabile: et esser studioso de li amici e compagni e forestieri amatore de humanita et honesta: le qual tute cose sono <59r> anumerate tra le cose laudevoli: e li vitii sonno che a queste parte contrarii: e qualunque cosa se apartengano a vitii: e quelli conseguono sonno istimati vituperali [sic]. / Finis. M°ccccLxiiii londoniis.
<59v> <comm> Questa scritura sequente qui drieto è la expositione e dechiaratione de lopera precedente qui avanti di Aristotile chiamata de la virtu e ciascuno capitulo qui di soto notato secondo lordene de le letre de lalfabeto se riporta a le parte de la dita opera de Aristotiles cominciando a e seguitando ordinatamente le altre anotate littere. <inc> Ne la presente opereta questo excellente philosofo demostra col suo divino inzegno la imagine de la virtù: de la virtù [sic] de la quale più ampia e copiosamente ha tractato neli altri suo libri: et maximamente ne lethica sua. Ma qui quasi come in una picola summa brievemente prociede parlando grave e sententioso non come poeta over historico qualmente fecero questi do moderni cioe francesco petrarcha e Jovani bocacii: ma come vero filosofo morale ponendo quasi come una pratica a luomo virtuoso: scrivendo prima la virtu e poi il loro contrarii cioè vitii: poi lofficio e natura de le virtù e vitii già descriti: terzamente qual sono li effecti che consegueno le dite virtù e vitii buoni o cativi: per le qual descriptione ogni animo nobile e generoso po in se medesimo cognoscer qual possede: o de qual ha bisogno: e qual piu abonda in lui: cioe virtute o vitio e coregendo et emendando la vita facilmente sequendo le virtu: e schivan- <60r> do li vitii può pervenire a quella felicità la quale <62r> Aristotile pone per fine ad ogni libero e virtuoso homo. / Questo capitulo sequente se riporta dove è signato qui davanti questa letera b. <inc> Et ancora le cagione de la virtù. In queste parole Aristotile dimostra quanto la virtu sia da commendare et istimare: pero che non solo lei: ma anche la sua origine e cagione e tute cose da quelle procedeno sonno laudevoli. Unde lui descrive ne lethica sua la virtu: dicendo che virtu e uno habito cioe una facilita, prompteza et agevoleza, overo una buona qualità di mente che fa buono colui che la possiede. <81v> <expl> Dico che e secondo lo apresarsi o dilongarsi da uno medesimo termino, il bene arduo e possibile ad otenire e obiecto de la speranza chel seguita, et in quanto e impossibile ad otenire e la desperatione: che con tristitia il lassa: et abandona: testimonio Aristotile nel terzo libro de lethica.
Paratextual elements
1. preface to Bernardo Giustiniani di Ser Niccolò, f. 53r-v
Record last updated
08/03/2013
Record last updated by
Eugenio Refini
Collection
Citation
Eugenio Refini, ‘De la virtù’, in Vernacular Aristotelianism in Renaissance Italy Database (VARIDB)
<https://wheat-gannet.lnx.warwick.ac.uk/items/show/4269> [accessed 21 November 2024]
<https://wheat-gannet.lnx.warwick.ac.uk/items/show/4269> [accessed 21 November 2024]