Etica d'Aristotile tradotta

Title

Etica d'Aristotile tradotta

Description

Paper; ff. [3], 221, [3], [3]; mm. 215_146; cursive hand with red rubric and blue initials (the same hand in mss. Pal. 729; Magl. XXI.64). At f. 221r: 'Questo libro scrisse Bonacorso di Filippo Adimari da Firenze, ad istanza di sé et delli amici et conoscienti suoi, sicome huom che piglia sommo piaciere di simil cose. Cominciato et fornito del mese di diciembre in anno Mcccclxiiii'. On the last page, by a different hand: 'Questo libro intitolato Etyca di Aristotile è di Bernardo di Paolino Adimari el quale gli donò Buonacorso d Filippo Adimari scrivendo qui in casa nostra confortando detto Bernardo a studiarlo bene et imparare virtù in giovintù'.

Date

1464

Contributor

Type

Prose

Identifier

Is Referenced By

Gentile, Codici Palatini: II, 258; Garin 1957: 409; Pasquini 1964: 546; Colophons: n°2304; Hankins 1997: 65 n°893; Manoscritti datati 9 (2003): 51 n°96, tav. 50.

Manuscript ID

97

Foliation

ff. 1r-221r

Seen

Yes

Genre

Branch of philosophy

Internal description

<1r-7v> <preamble> Qui comincia il proemio sopra l'etica d'Aristotile tratta di greco in latino da Messer Lionardo d'Areçço. <inc> Io ho nuovamente ordinato e libri de l'ettica d'Aristotile, tradurgli in latino non perché imprima non fusino tradutti, ma perché erano in tal modo tradutti che più tosto pareano fatti barbari che latini. In però che lliè manifesto l'auttore di quella prima traduttione qualunque finalmente elli sia stato el quale niente di meno è chiaro essere suto de l'ordine de predicatori non avere saputo né le lettere greche né latine. <expl> presi la fatica della traduttione nella quale lasciando andare l'altre cose penso pure avere conseguitato quello [cioè] che io ora primeramente abbi fatto questi libri latini con ciò sia cosa che inançi non fussino.

<7v-8v> <letter to the Pope> <inc> Egli è manifesto beatissimo padre none essere cosa nuova ma già insino dalli antichi frequentissimamente usitata che·lli huomini che molto s'afaticano nelli studii delle lettere scrivono l'opre delle loro fatiche a principi. La qual cosa mi pare che abbino fatto non per proporre loro alcuna eruditione o regola ma perché l'amore e la benivoglientia d'essi diventi a·lloro più nota et che della auttorità di coloro a quali si scrivono e libri qualche auttorità s'acresca a essi libri. <7v> <expl> Que libri adunque beatissimo padre io ti mando non perché io stimi che tu possi attendere a·lleggerli. Imperò che io conosco l'onde et le rebullittione delle papali occupationi, ma perché ongni mia opera si riferisca in tuo nome. Et perché in verità io sospetto che saranno alcuni e quali forse non intendendo le lettere greche, et per questo non potendo discernere e difetti del primo traduttore contradirano a questa mia fatica. Però inanzi per discussione d'essi ho scripto certe cose.

<8v-30v> <book I>
<30v-46r> <book II>
<46r-70r> <book III>
<70r-92r> <book IV>
<92r-115r> <book V>
<115r-129v> <book VI>
<129v-153v> <book VII>
<153v-175r> <book VIII>
<175r-197r> <book IX>
<197r-221r> <book X>
<221r-[224]r> <canzone morale>

Record last updated

08/03/2013

Record last updated by

Eugenio Refini

Collection

Citation

Eugenio Refini, ‘Etica d'Aristotile tradotta’, in Vernacular Aristotelianism in Renaissance Italy Database (VARIDB)
  <https://wheat-gannet.lnx.warwick.ac.uk/items/show/4333> [accessed 5 October 2024]