Orazione in lode della poesia

Title

Orazione in lode della poesia

Description

Paper; misc., comp.; ff. I, [2], 253, I. Relevant unit: mm. 145_210.

Contributor

Type

Prose

Identifier

Is Referenced By

Iter, 1, 124b; V, 574b-575a.

Manuscript ID

180

Foliation

ff. 190r-203r

Seen

Yes

Genre

Branch of philosophy

Internal description

<190r> Oratione sopra la Poesia.

<191r-192r> <preamble> <inc> Io non credo, virtuosissimi et honoratissimi condiscepoli, che alcuno sia di voi, il quale debba o maravigliarsi, o riprendermi, se io consapevole del poco ingegno et pochissima dottrina mia, et senza niuna o arte o esercitatione di bene e leggiadramente parlare, veggendo in che luogo, et a quali persone mi convenga hoggi favellare son tutto pallido divenuto et tutto tremante. <expl> però vi prego che voi non solo mi perdoniate, ma insieme mi scusiate ancora, se io hoggi non sodisfarò appieno alla aspettatione vostra, et vi piacerà porgermi quel grato silentio che sete soliti per la innata cortesia et gentilezza vostra. Humano capiti cervicem pictor equinam
iungere si velit, et varias inducere plumas,
undique collatis membris ut turpiter atrum
desinat in piscem mulier formosa superne:
spietatum admitti risum teneatis amici?
Credite Pisones isti tabule fore librum et quel che segue.

<193r-203r> <inc> Aristotile nel terzo libro de l'Anima pone essere grandissima differentia tra la opinione e la fantasia: perché la fantasia è collocata e posta nel nostro arbitrio e volontà: perché noi possiamo ne l'animo nostro immaginare cose infelici, o prospere, o possibili o impossibili, le quali non ci danno travaglio alcuno perché noi sappiamo che quelle son false. Ma l'oppinione nostra deriva dalla verità, perché ella non è libera, ma sta attaccata al fine et alla riuscita d'una cosa. I poeti dunque seguitano la fantasia e si acquistano il nome di poeti non per il vero, ma per la favola, o per la fintione, come dice il medesimo Aristotile. <expl> Ci resterebbe ancora che io confortassi questa gioventù alla cominciata impresa il che io farei, se io non conoscessi certo che ciò sarebbe, come si dice per proverbio, speroni a un velocissimo cavallo; perché gli veggo di loro volontà il cominciato
cammino seguitare sotto tal guida, quale è quella del dottissimo maestro nostro, che mai potremo a modo alcuno errare. Mi resta hora solamente di ringratiare l'amorevoli e cortesi humanitati vostre, della grata e benigna audientia che solita a gli altri ci havete prestata. <gloss by a later hand> Recitata da M. Franc.° Somma[ri] nella scuola di M. Simone della Rocca mio Maestro.

Record last updated

08/03/2013

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Eugenio Refini

Collection

Citation

Eugenio Refini, ‘Orazione in lode della poesia’, in Vernacular Aristotelianism in Renaissance Italy Database (VARIDB)
  <https://wheat-gannet.lnx.warwick.ac.uk/items/show/4416> [accessed 21 November 2024]