Rettorica d'Aristotile fatta in lingua toscana
Title
Rettorica d'Aristotile fatta in lingua toscana
Description
4°. [8], 270, [2] p.
Creator
Publisher
Date
1570
Contributor
Type
Prose
Identifier
Date Submitted
23/09/2012
Spatial Coverage
Audience
Edition ID
104
Genre
Copy seen
Florence, BNCF, Postillati 24
Title page
RETTORICA / D'ARISTOTILE / FATTA IN LINGVA / TOSCANA / DAL COMMENDATORE / ANNIBAL CARO. / Con Priuilegio. / [typographer's mark] / IN VENETIA, / Al segno della Salamandra, M D LXX.
Paratextual elements
1. epistle by Giovan Battista Caro to Cardinal Ferdinando de Medici, ff. a2r-
Notes
The BNCF copy is a most interesting interfoliated copy that brings systematic and thorough annotations to Caro's translation.
Internal description
<a2r-[a3]v> A L'ILLVSTRISS. / ET REVERENDISS. / SIGNORE, / DON FERDINANDO CARDINAL DI MEDICI. <inc> E' lungo tempo ch'io ho desiderato occasione, Illustrissimo et Reverendissimo Signor mio, con la quale potesse in qualche parte mostrare la divotione che ho sempre portato a tutta la sua magnanima et generosa famiglia, et a la sua persona in particolare. <expl> Et per ultimo supplicandola ad accettar me per quel divoto servitore, che le sono stato, et che le voglio esser sempre, humilissimamente le bacio le mani. Di Roma a li XIIII di Giugno MDLXX. Di V.S. Illustrissima et Reverendissima Humilissimo Servitore Giovan Battista Caro.
<1-96> DE LA RETTORICA / D'ARISTOTILE, / LIBRO I. / <inc> La Rettorica è corrispondente a la Dialettica perciò che l'una et l'altra si travaglia intorno a certe cose, le quali si può veder che sono in un certo modo comuni a tutti et non ad alcuna determinata scienza sottoposte. <expl> Or se ci par bene (diremo noi) che voi che sete giudici, habbiate a stare a quel che sententiate per haver giurato, non ci staremo noi che siemo giudicati da voi? E altre cose simili che si posson dire per via d'amplificatione. Et questo basta quanto a le pruove che non sono artifitiose.
<97-196> DE LA RETTORICA / D'ARISTOTILE, / LIBRO II. <inc> Havemo fino a qui detto di che cose ci convien consigliare et disconsigliare, biasimare et lodare et accusare et difendere. Et quali sono l'oppenioni, et le propositioni de le quali ci dovemo servire in ciascuno di questi generi per esser creduti <expl> Et dove si truovano le cose che fanno per noi, et come s'impugnano quelle che fanno per l'avversario. Resta hora che vegnamo a trattare come si dicono et come si dispongono. FINE DEL SECONDO LIBRO.
<197-270> DE LA RETTORICA / D'ARISTOTILE, / LIBRO III. <inc> Essendo tre le cose de le quali s'ha da trattare intorno a l'arte del dire: la prima, che consiste ne l'invention de le prove, la seconda ne l'elocutione; et la terza ne la dispositione de le parti del ragionamento che s'ha da fare. <expl> o semplicemente secondo l'ordine naturale, nel modo che si sono esposte, raccontando così le ragion tue, dipoi se ti pare appartatamente quelle de l'avversario. Et ultimamente dir quelle parole sciolte, che stanno ben ne la fine, per far che sia epilogo, et non oratione, in questa guisa. Ho detto, havete inteso. Sapete come passa. Giudicate. / Il fine.
<1-96> DE LA RETTORICA / D'ARISTOTILE, / LIBRO I. / <inc> La Rettorica è corrispondente a la Dialettica perciò che l'una et l'altra si travaglia intorno a certe cose, le quali si può veder che sono in un certo modo comuni a tutti et non ad alcuna determinata scienza sottoposte. <expl> Or se ci par bene (diremo noi) che voi che sete giudici, habbiate a stare a quel che sententiate per haver giurato, non ci staremo noi che siemo giudicati da voi? E altre cose simili che si posson dire per via d'amplificatione. Et questo basta quanto a le pruove che non sono artifitiose.
<97-196> DE LA RETTORICA / D'ARISTOTILE, / LIBRO II. <inc> Havemo fino a qui detto di che cose ci convien consigliare et disconsigliare, biasimare et lodare et accusare et difendere. Et quali sono l'oppenioni, et le propositioni de le quali ci dovemo servire in ciascuno di questi generi per esser creduti <expl> Et dove si truovano le cose che fanno per noi, et come s'impugnano quelle che fanno per l'avversario. Resta hora che vegnamo a trattare come si dicono et come si dispongono. FINE DEL SECONDO LIBRO.
<197-270> DE LA RETTORICA / D'ARISTOTILE, / LIBRO III. <inc> Essendo tre le cose de le quali s'ha da trattare intorno a l'arte del dire: la prima, che consiste ne l'invention de le prove, la seconda ne l'elocutione; et la terza ne la dispositione de le parti del ragionamento che s'ha da fare. <expl> o semplicemente secondo l'ordine naturale, nel modo che si sono esposte, raccontando così le ragion tue, dipoi se ti pare appartatamente quelle de l'avversario. Et ultimamente dir quelle parole sciolte, che stanno ben ne la fine, per far che sia epilogo, et non oratione, in questa guisa. Ho detto, havete inteso. Sapete come passa. Giudicate. / Il fine.
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08/03/2013
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Eugenio Refini
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Eugenio Refini, ‘Rettorica d'Aristotile fatta in lingua toscana’, in Vernacular Aristotelianism in Renaissance Italy Database (VARIDB)
<https://wheat-gannet.lnx.warwick.ac.uk/items/show/4552> [accessed 21 November 2024]
<https://wheat-gannet.lnx.warwick.ac.uk/items/show/4552> [accessed 21 November 2024]