Trattato degli elementi

Title

Trattato degli elementi

Description

4°. [*]4, A-L4. ff. [4], 37, 7. Italics. mm. 130×180.

Publisher

Date

1571

Contributor

Type

Prose

Identifier

Spatial Coverage

Edition ID

169

Genre

Copy seen

London, BL, 233.f.40

Title page

TRATTATO / DEGLI ELE / MENTI RACCOLTO / DA VARII AVTORI DI / FILOSOFIA, ET RIDOTTO IN CHIA- / ro & Breue sommario per M. Stefano / Breuentano, Cittadino di Pauia. / [typographer's mark] / In PAVIA, appresso Girolamo Bartoli. 1571.

Paratextual elements

1. epistle to Giuseppe Salimbene (October 20th 1571), f. [*2]r-v;
2. preface to the readers, f. [*3]r-v;
3. sonnet to the author by Giovan Battista Giraldi Cinzio, f. [*4]r;
4. sonnet by Silvestro Bottigella, f. [*4]v;
5. index of subjects, ff. K2r-[L4]v.

Internal description

<[*2]r-v> ALLO ILLVSTRE ET / MOLTO REVERENDO SIG. / IL SIGNORE DON GIVSEPPE SALIM- / bene, Cavaliere della Hospitalità di San / Lazaro, Signor & padron mio / singolarissimo. <inc> Fu sempre appresso gli antichi scrittori lodevol costume, seguito ancora da moderni (illustre et molto reverendo sig. mio), volendo dar in luce alcuna lor opera, di far scielta di persona, o illustre per grado di honore, o chiara per nobiltà et generosità di sangue, et sotto la protettione del nome loro la davano fuori. <expl> Ella adunque si degnarà di riceverlo con la sua usata humanità et benigna cortesia, insieme co'l <.>r mio a lei deditissimo, così la divina clemenza le doni <e>lla maggior contentezza et prosperità, ch'ella più deside<ra>. il 20 di Ottobrio. 1571. Di V. Ill. et molto Reveren. Signoria Servitor di cuore Stefano Breventano.

<[*3]r-v> AGLI HUMANISSIMI LETTORI / Il Breventano. <inc> Varii sono stati i modi, con i quali gli elevati ingegni hanno cercato di perpetuamente giovare a gli huomini et d'acquistare a sé fama immortale, tra questi alcuni si posero a dar notitia delle cose naturali et divine, fra i quali (senza dubbio alcuno) hanno ottenuto il primo luogo Platone et Aristotele. Né sono stati di poca utilità alli studiosi di cose tali coloro, che co'l lume di sottilissime questioni et di dotte commentationi hanno illustrate le oscurità che si ritrovavano in que due gran filosofi. Alcuni altri hanno apportato non picciolo giovamento a gli huomini, trasportando le cose greche nella latina lingua, e da quella nella nostra commune italiana. Ma posto che di molta utilità sieno stati li già detti scrittori, non è forse stata di minor giovamento la industria di coloro che per levare la fatica di havere a ricercare un numero quasi infinito d'Autori, non hanno perdonato né a lunghi studii, né a molte vigilie, per ridurre la varietà delle cose qua e là sparse, sotto chiara et facile brevità in un picciol corpo. Fra il numero de quali mi sono anch'io voluto porre, racogliendo (quanto meglio ho potuto) in breve trattato quello che i più dotti et eccellenti spiriti hanno scritto degli Elementi, delle parti de quali è composto tutto quello che si contiene sotto l'ampiezza de i cieli. Al che fare mi mossero due cagioni, l'una per imprimermi nella mente con più efficacia le considerationi de gli altri intelletti fatte sopra sì nobile materia. L'altra per recar giovamento et diletto a nobilissimi lettori. Il che ho voluto trattare et scrivere più tosto in questa nostra commune, che nella latina lingua, acciocché oltra le cose scritte da altri pellegrini ingegni di Astrologia, di Cosmographia, di Architettura, d'Historie, di Poesia, di Rhetorica, et d'altre scientie et nobili arti, habbiano
ancora gli huomini Italiani da me nella favella loro quanti et quali sieno gli elementi, et le forze loro nella generatione delle cose, che di continovo da essi nascono, et in essi ritornano, e parrami di haver bene impiegato questo mio studio, se voi candidi lettori lo riceverete con quell'animo, co'l quale io lo vi offero et dono; intorno al quale è da sapere, che se bene in alcuni luoghi io ho notate alcune opinioni, o di antichi o di moderni, non mi sono però mai partito o scostato dalle communi de i più approvati autori di philosophia, oltre a cioò, credo che alle menti vostre sarà cosa grata il contemplare il stupendo mistero di Dio sempre benedetto et glorioso, il qual solo ha saputo et potuto unire in un soggetto con maravigliosa concordia i principii naturalmente contrarii, et ha voluto, che l'huomo senta a quella soavissima harmonia, che nasce da tale congiuntione, della quale solamente l'intelletto è capace. Accettate adunque humanissimi lettori questa mia fatica, la qual vi dono, con animo di porgervi quel frutto, et quel diletto (che per me si potrà) con altre mie operette, parte di nuovo composte et parte d'altra lingua nella nostra tradotte.

<[*4]r> IL SIG. GIOVAN BATTISTA / Geraldi Academico Affidato detto Cinthio. / Al Breuentano. <inc> Poi c'hai mostrato alle megliori menti, / Qual usi generando e studio, e cura / In congiungere in un, l'alma Natura / Le varie qualità de gli Elementi, / Breventan mio, non è che tu paventi, / Che, o nella nostra, o nell'età futura, / Dal tempo, che le cose humane fura, / I pregi tuoi sieno scemati o spenti, / Il volgere degli anni havrai a scherno, / Né il duro oblio, che l'altrui gloria altiero / Involar suol, ti potrà far offesa, / Felice ben fu il nobile pensiero, / Che ti fe' desto a sì leggiadra impresa, / Per farti rimaner nel mondo eterno.

<[*4]v> DEL SIG. SILVESTRO BOTTI- / gella Academico Affidato, detto lo Yguale. <inc> Attiche, Etrusche, mai carte latine / Non dier sì ricco e luminoso loco, / Acqua chiudendo in lor, Terra, Aria e Foco / Com'hor fan queste in tal soggetto fine. / Spiegan cause alte delle pioggie, e brine / Di tuon, che n'empion di timor non poco, / Di più fiamme del ciel, cui a dire son roco, / Soverchiando le basse mie dottrine, / Perciò, chi ramo ha in sé medesmo inserto / Di virtù, l'opra al Salimben gentile / Sacra, gradisca, e al suo testor poi giovi / Che s'altro advien, fia ch'esto tempo vile / Filonidi sostien, Licinii novi. / E più non dona la mercede al merto.

<[1]r-37v> TRATTATO DE / GLI ELEMENTI, RACCOL- / TO IN BREVE SOMMARIO DA VARI / auttori per M. Stefano Breuentano, / Cittadino Pauese. <inc> Lo elemento è principio corporeo, semplice, del quale primamente si compongono i corpi misti, e non si può dividere in parti di diversa spetie. Questa è la sua diffinitione, in cui si pone, principio corporeo, a differenza de primi principii, che sono materia, forma et privatione, le quali da sé non sono corpi, onde gli Elementi sono solamente principii secondi, et hanno in loro que primi, cioè la materia, la forma et per accidente ancora la privatione, segue poi nella diffinitione di cui primamente si compongono i corpi misti, a differenza delle membra, che sono parti seconde. <expl> Da queste cose adunque di qua giù si può far congiettura qual sia quel mondo superiore, in cui hanno residentia quelle luci eterne, quelle intelligentie sante, dove specialmente riluce la essenza della divina maestà, seggio da quella apparecchiato ab eterno a suoi eletti, e che de suoi giusti e santi precetti saranno stati fedeli osservatori, a cui sua eterna maestà per sua santa gratia si degni di darci luogo, alla quale per infiniti secoli de secoli sia gloria et honore. Amen. Il fine.

<K2r-[L4]v> TAVOLA DEL TRAT- / TATO DEGLI ELEMENTI.

Branch of philosophy

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08/03/2013

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Eugenio Refini

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Citation

Eugenio Refini, ‘Trattato degli elementi’, in Vernacular Aristotelianism in Renaissance Italy Database (VARIDB)
  <https://wheat-gannet.lnx.warwick.ac.uk/items/show/4616> [accessed 5 October 2024]