Le morali
Title
Le morali
Description
Paper; ff. [IV], 94, [IV]; mm. 270_202. Later binding. The text is closer to the Vatican copy (Urb. Lat. 1391) than to the printed edition of 1627.
Creator
Contributor
Relation
Type
Prose
Identifier
Is Referenced By
Iter IV, 70a.
Shelfmark
Manuscript ID
31
Foliation
ff. 1r-94r
Seen
Yes
Genre
Internal description
<1r-5r> <preamble> <title by a different hand> Dell'Etica di Fabio Albergati <inc> Io mi son proposto di trattare del sommo bene humano che col lume naturale possiamo ottenere, per comprendere che cosa è, et in che guisa si possa conseguire; cognitione altrettanto necessaria, quanto sopra modo nobile, e giovevole. Percioche come all'arciere, non vedendo il berzaglio, né sapendo il modo da colpirlo, diverrebbe l'arco inutile, o scioccamente l'essercitarebbe; così la ragione si farebbe di niuno valore in noi, e follemente verrebbe impiegata, se 'l fine, a cui è prodotta, et il modo da pervenirvi ci fosse occulto. <expl> E quando cotali huomini conoscessero insieme per se stessi il vero modo, e le cagioni del ben vivere; nondimeno sarebbe pur loro di smisurato piacere il rimirare, come il ritratto delle proprie attioni nella descrittione della virtù, e questo trattato non sarebbe loro vano. Ma in contrario vana sarà questa cognitione a chi essendo malvagio, e godendo di vivere ostinato nella malitia sua, disprezzerà di farsi buono. E tanto basti in luogo di proemio et veniamo alla cosa.
<5r-53r> <book I> Descrittione della felicità. Cap.° p.°. <inc> Havendo proposto di trattare del sommo bene humano per ritrovare il modo da conseguirlo, è prima da riguardare che cosa sia, poiché dalla cognitione del fine si ritrovano i convenevoli mezzi per acquistarlo. Nel nome adunque del sommo bene gli huomini volgari e gl'intendenti sono concordi chiamandolo universalmente felicità, così nella sostanza, e nel diffinirlo sono grandemente discordi. Conciosiache ciascuno confrome ai costumi et all'habito che possede giudica di essa e di qui le genti <5v> che sono in preda de' piaceri stimano che la vitù sensuale sia la felicità, e le persone civili che sia l'honore et altri di maggior giuditio la ripongono nella virtù. <expl> Così dice in sostanza Valerio Massimo di Metello, per la qual cosa appare che in esso fino alla morte si trovarono i beni dell'animo, del corpo, e gli esterni in vita perfetta nella maniera che dalla felicità Aristotelica sono ricercati.
<53v-94r> <book II> LIBRO SECONDO. Che cosa è la virtù. Capitolo I. <inc> Noi proponemmo da principio di trattare della felicità e così habbiamo discorso di essa et veduto che cosa è, in che consiste, come s'acquista e perde, et a che facoltà appartiene il considerarla. <expl> E ne dà per segno che in così fatta potenza et vigore è riposto il risentimento e l'indignatione che prendiamo contro gli amici quando ci offendono, quasi voglia dire che stando nel vigor dell'animo lo sdegno contro gli amici, quivi sia riposto il suo contrario amore.
<5r-53r> <book I> Descrittione della felicità. Cap.° p.°. <inc> Havendo proposto di trattare del sommo bene humano per ritrovare il modo da conseguirlo, è prima da riguardare che cosa sia, poiché dalla cognitione del fine si ritrovano i convenevoli mezzi per acquistarlo. Nel nome adunque del sommo bene gli huomini volgari e gl'intendenti sono concordi chiamandolo universalmente felicità, così nella sostanza, e nel diffinirlo sono grandemente discordi. Conciosiache ciascuno confrome ai costumi et all'habito che possede giudica di essa e di qui le genti <5v> che sono in preda de' piaceri stimano che la vitù sensuale sia la felicità, e le persone civili che sia l'honore et altri di maggior giuditio la ripongono nella virtù. <expl> Così dice in sostanza Valerio Massimo di Metello, per la qual cosa appare che in esso fino alla morte si trovarono i beni dell'animo, del corpo, e gli esterni in vita perfetta nella maniera che dalla felicità Aristotelica sono ricercati.
<53v-94r> <book II> LIBRO SECONDO. Che cosa è la virtù. Capitolo I. <inc> Noi proponemmo da principio di trattare della felicità e così habbiamo discorso di essa et veduto che cosa è, in che consiste, come s'acquista e perde, et a che facoltà appartiene il considerarla. <expl> E ne dà per segno che in così fatta potenza et vigore è riposto il risentimento e l'indignatione che prendiamo contro gli amici quando ci offendono, quasi voglia dire che stando nel vigor dell'animo lo sdegno contro gli amici, quivi sia riposto il suo contrario amore.
Record last updated
08/03/2013
Record last updated by
Eugenio Refini
Collection
Citation
Eugenio Refini, ‘Le morali’, in Vernacular Aristotelianism in Renaissance Italy Database (VARIDB)
<https://wheat-gannet.lnx.warwick.ac.uk/items/show/4267> [accessed 21 November 2024]
<https://wheat-gannet.lnx.warwick.ac.uk/items/show/4267> [accessed 21 November 2024]