Sopra il 2° libro della Metafisica
Title
Sopra il 2° libro della Metafisica
Description
Paper; misc., comp.; variable measures; ff. [I], 609, [I]. Title on f. 2r: 'Opuscula propria manu scripta vel subscripta a venerabili Dei servo Iuvenale Ancina episc. Salutiar'. Autograph materials by Giovenale Ancina. Relevant unit: mm. 210_310.
Creator
Date
1574
Contributor
Type
Prose
Identifier
Is Referenced By
Iter II, 130a; VI, 184a-185b.
Shelfmark
Manuscript ID
57
Foliation
ff. 14r-25v
Seen
Yes
Genre
Branch of philosophy
Internal description
<14r-18v> Sopra il 2° libro della Metafisica. <inc> Perché nel principio del 1° libro Aristotile fece conoscere che l'intelletto nostro naturalmente è inclinato al sapere, però in questo 2° libro ragiona della verità, la quale è oggetto attrattivo dell'intelletto sì come la bontà della volontà. Né per altro s'affatica il nostro intelletto se non per la verità. Questo libro si divide in tre parti: nella prima il filosofo fa conoscere che la verità è facile et difficile d'acquistarsi; nella seconda a qual scientia spetti specular la verità et dirà esser la metafisica; nella terza qual sia il modo di acquistare questa verità. / Fu sempre contrasto grande tra li Academici et Peripatetici se delle cose naturali si possa haver la verità et vera cognitione. Li Academici tengono la parte negativa, li Peripatetici la affermativa. Per cose naturali intendono tutte le cose che hanno natura, o sono natura o seguono la natura, come l'intelligentie, cieli, elementi misti perfetti e imperfetti <expl> Hor concludiamo che la verità alle volte è facile, alle volte è difficile, non però impossibile perché le cause delle cose non sono infinite, anzi molti sono li modi per haverla et acquistarla, cioè [.], mathematica, essempi, authorità, ragione, modo e demonstratione. / Fine del 2° libro.
<18v-21v> In 7m librum Metaphisicae. <inc> Aristoteles in primo libro ostendit dignitatem Metaphisicae. <expl> quia deus regulariter nam non potest creare res alia figura, quae sint.
<22r-23r> Dell'Idee, sopra il 7° libro. <inc> Qui riferirò non solo quel che dice Arist. in questo luogo, ma anco in molti altri luoghi della sua [philosophia]. Dico dunque ch'Arist. Qui con due ragioni prova l'idee non esser necessarie per la generatione, et io aggiungo altre ragioni e perciò non esser necessarie né per la generatione né per la scientia, né per l'esistenza: poi qual sia la vera opinione dell'Idee, finalmente quale univocatione tra 'l generante et il genito. <a section in Latin follows> <inc> Prima ragione. Omne generans continet in se duo, unum quo est simile genito; alterum quo differt a genito. Sed haec propositio non est vera in generatione et productione intellectuali. <expl> Nota de ente et uno. Dio è ente et uno. E così uno che non si può moltiplicare, perché la natura dell'infinito non è plurificabile. Il Theatro Ideale delle cose del mondo, ch'è nella mente divina, è ente, così è uno: et benché le cose ideate siano quasi infinite, nondimeno sono un theatro, un typo e un modello delle cose. Il mondo sensibile contiene infiniti effetti, nondimeno egl'è uno. La cosa possibile contingente finita, impossibile infinita, necessaria è ente, così è una entità unitativa.
<24r-25v> Sopra il duodecimo. <inc> Intentione del filosofo si è di trattare della substantia insensibile et intelligibile, ma prima della sensibile come cosa più nota. Questo libro si divide in due parti: nella seconda tratta delle [intelligentie], nella seconda della substantia sensibile: et questa tutta si risolve a 16 conclusioni, quali vedremo tutte distintamente et resolutamente. / Prima conclusione. In questa scienzia si conviene trattare della substantia. <expl> La xxxª. Unico et singolare è il primo principio, separato di tutte le cose naturali cui si riduce il cielo e la natura. La prova è prima perché è uno universo, adonque un primo principio. 2° se fossero molti primi principii separati motivi ne seguiria la mala dispositione de gl'enti. 3° la pluralità de principati non è buona, unus ergo princeps. / Il fine. 1574 li XI di Magio in Torino.
<18v-21v> In 7m librum Metaphisicae. <inc> Aristoteles in primo libro ostendit dignitatem Metaphisicae. <expl> quia deus regulariter nam non potest creare res alia figura, quae sint.
<22r-23r> Dell'Idee, sopra il 7° libro. <inc> Qui riferirò non solo quel che dice Arist. in questo luogo, ma anco in molti altri luoghi della sua [philosophia]. Dico dunque ch'Arist. Qui con due ragioni prova l'idee non esser necessarie per la generatione, et io aggiungo altre ragioni e perciò non esser necessarie né per la generatione né per la scientia, né per l'esistenza: poi qual sia la vera opinione dell'Idee, finalmente quale univocatione tra 'l generante et il genito. <a section in Latin follows> <inc> Prima ragione. Omne generans continet in se duo, unum quo est simile genito; alterum quo differt a genito. Sed haec propositio non est vera in generatione et productione intellectuali. <expl> Nota de ente et uno. Dio è ente et uno. E così uno che non si può moltiplicare, perché la natura dell'infinito non è plurificabile. Il Theatro Ideale delle cose del mondo, ch'è nella mente divina, è ente, così è uno: et benché le cose ideate siano quasi infinite, nondimeno sono un theatro, un typo e un modello delle cose. Il mondo sensibile contiene infiniti effetti, nondimeno egl'è uno. La cosa possibile contingente finita, impossibile infinita, necessaria è ente, così è una entità unitativa.
<24r-25v> Sopra il duodecimo. <inc> Intentione del filosofo si è di trattare della substantia insensibile et intelligibile, ma prima della sensibile come cosa più nota. Questo libro si divide in due parti: nella seconda tratta delle [intelligentie], nella seconda della substantia sensibile: et questa tutta si risolve a 16 conclusioni, quali vedremo tutte distintamente et resolutamente. / Prima conclusione. In questa scienzia si conviene trattare della substantia. <expl> La xxxª. Unico et singolare è il primo principio, separato di tutte le cose naturali cui si riduce il cielo e la natura. La prova è prima perché è uno universo, adonque un primo principio. 2° se fossero molti primi principii separati motivi ne seguiria la mala dispositione de gl'enti. 3° la pluralità de principati non è buona, unus ergo princeps. / Il fine. 1574 li XI di Magio in Torino.
Record last updated
08/03/2013
Record last updated by
Eugenio Refini
Collection
Citation
Eugenio Refini, ‘Sopra il 2° libro della Metafisica’, in Vernacular Aristotelianism in Renaissance Italy Database (VARIDB)
<https://wheat-gannet.lnx.warwick.ac.uk/items/show/4293> [accessed 21 November 2024]
<https://wheat-gannet.lnx.warwick.ac.uk/items/show/4293> [accessed 21 November 2024]